sabato 28 maggio 2011

Eccomi qui dopo un periodo di assenza, ho chiesto ad un'amica cosa volesse dire per lei la parola CURA...ecco il risultato!

CURA
È che , quando vuoi bene a qualcuno che poi è sempre amore, allora è naturale prendesi cura di lui. Nei piccoli gesti di ogni giorno, un bacio, un sorriso.
E lo stesso, al contrario, se ti trovi a doverti prendere cura di qualcuno, nasce inevitabilmente un legame, una relazione, un affetto.
Ci vuole pazienza, non bisogna avere fretta, “ci vogliono i riti” , come dice la volpe del Piccolo Principe.
Ci vuole tempo per addomesticarsi .
Un po’ bisogna rischiare, certo. Bisogna mettersi in gioco, aprirsi all’altro, regalargli un pezzetto di sé. E forse si rischia anche di soffrire, se il legame, per un motivo o per l’altro, si spezza, o se ci si allontana. Forse si rischia, a un certo punto, di non capirsi più e di farsi male.
Ma nessun dolore al mondo può cancellare “il colore del grano” , quello che l’altro ti lascia dentro, il pezzo di lui che ti rimane nell’anima.
Vale la pena.
Perché noi non esistiamo, soli.

Credo che la vita sia.
Non so cos’è, ma c’è. E non sappiamo tanto bene cosa farcene di questa vita. Forse lo capiamo quando ormai è troppo tardi, e di vita ne abbiamo persa un po’.
Così accade che ci ritroviamo, inconsapevoli, noi stessi e la vita.
E la cosa migliore che possiamo fare è conoscerci. Conoscere noi stessi, che siamo i nostri eterni compagni di viaggio.
E come conosciamo noi stessi, se non grazie agli altri?
Quando ti apri a un altro, ti apri anche a te stesso. Si cresce insieme, si impara, si diventa. Si diventa sé. E incontrare te stesso è la cosa più bella che ti possa capitare.
E arrivare all’altro, ma per davvero, è la magia più grande che la vita ci possa regalare.
Perché il senso, forse, è tutto lì:
sfiorarsi l’anima.

Autrice: Roberta Ciocca.

giovedì 17 marzo 2011

Ecco un'altra incredibile storia d'amore...



le immagini parlano da sole, chi non vorrebbe provare un'esperienza unica come questa?
Jean-Pierre Dobrenn comunica con il linguaggio di queste stupende creature e loro lo riconoscono!

Incredibilmente unico!

Ciao Baby

mercoledì 16 marzo 2011

Lezione d'amore

Video impressionante nella sua semplicità.
Guardarlo fa pensare a chi sia davvero l'animale, l'uomo o il cane.







A presto.
Barbara

venerdì 4 marzo 2011

un grande amico!


 Un cane con la semplicità nei gesti , la spontaneità ci viene incontro e ci mostra il modo migliore per approcciarci a lui, lilo è speciale in questo!
Grazie Marco, per aver creduto nelle mie capacità, per esserti fidato di me e per questo rapporto incredibile che hai istaurato con lilo!

lunedì 28 febbraio 2011

domenica 20 febbraio 2011

Nella rivista "Mente e Cervello" di questo mese di febbraio c'è un articolo molto interessante intitolato "il mondo in punta di dita" sull'importanza del tatto come esperienza per acquisire conoscenze astratte e tradurle in esperienze concrete. Lavorando in un asilo nido noto tutti i giorni l'importanza di questo senso, il primo utilizzato dai bambini per conoscere il mondo.Toccare, manipolare per conoscere la forma, la consistenza, la grandezza, il peso sviluppa attività logiche, aiuta a comprendere la prospettiva, aiuta ad entrare in relazione.Il tatto è importante anche nella relazione con l'animale, il pelo (caldo - freddo, morbido - ruvido, lungo - corto e lungo) il tatto crea il con - tatto. 

LIBRO

consiglio un libro che racconta con parole ed immagini la relazione unica ed autentica che unisce due esseri viventi l'uomo e il cane: 1+1 = infinito di un grande professionista, Luca Spennacchio!

LIBRO

consiglio a tutti gli amanti dei cavalli e non un libro fantastico: "LA RAGAZZA CHE AMAVA I CAVALLI" di Barbara Becheroni. Un fantastico regalo di una grande amica..che mi conosce molto bene...letto in 2 giorni! semplicemente bello!

martedì 15 febbraio 2011

Approccio pedagogico alla relazione uomo - animale

Avere un approccio pedagogico, creare una relazione con l'animale dalla quale nasce una comunicazione spontanea e non comandi, esercizi che il cane deve ripetere in automatico. Con la relazione si impara a conoscersi a fondo e far si che il cane spontaneamente risponda all'uomo (non mi piace chiamarlo padrone). Tra 2 persone legate da un rapporto di amicizia, conoscenza o amore non ci sono comandi da eseguire, non diciamo all'altro ciò che deve fare ma comunichiamo e riceviamo delle risposte.
Avere un approccio pedagogico per una relazione vera, gratificante per entrambi, dove i 'premietti' sono un premio in più ma dove il premio piu grosso, per entrambi è il rapporto sincero e unico che si crea.

un pomeriggio con lilo...



sabato 15 gennaio 2011

SENTIMENTI

Il termine sentimento deriva dal latino sentire, percepire con i sensi.
Per sentimento genericamente si indica ogni forma di affetto: sia quella soggettiva, cioè riguardante l'interiorità della propria individuale affettività, sia quella rivolta al mondo esterno.

EMOZIONI

Le emozioni sono stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicofisiologiche a stimoli interni o esterni, naturali o appresi.
La loro principale funzione consiste nel rendere più efficace la reazione dell'individuo a situazioni in cui si rende necessaria una risposta immediata ai fini della sopravvivenza, reazione che non utilizzi cioè processi cognitivi ed elaborazione cosciente.
Le emozioni rivestono anche una funzione RELAZIONALE.

sabato 8 gennaio 2011

RELAZIONE

Vivere la relazione significa accogliere l'Altro come un altro sè, riconoscerne la diversità e la ricchezza che l'incontro con l'altro può dare, sapersi porre in ascolto, evitare pregiudizi e stigmatizzazioni per far si che l'altro si presenti in modo autentico.
Porsi in ascolto ed accogliere la narrazione spontanea per aiutare l'altro ad assumere la responsabilità della propria vita, dei gesti e delle scelte senza escludere il passato ma aprirsi ad un percorso evolutivo.
Credo che in una relazione con un animale questo avvenga quotidianamente, ci sentiamo liberi di esprimerci e mostrare le nostre vulnerabilità senza la paura del rifiuto e dell'abbandono.
Importante il limite che l'uomo deve riconoscere in sè, per aprirsi ad una nuova relazione per giungere al PER-DONO, credersi onnipotenti chiude la relazione su se stessi e non porta ad avvicinarsi ad un gesto di cura autentico.
Il lavoro educativo è questo, far emergere le qualità dell'altro e non crearle a nostro piacimento, non avere la fretta di concludere un percorso educativo ma lasciare il tempo e dare del tempo per aprirsi per fidarsi.
Questo è il mio pensiero e questo è anche il mio "metodo" pedagogico.
Nel mio lavoro di pet therapy con il mio cane e con i cavalli parto dalla curiosità di voler conoscere chi ho davanti senza imporre la mia presenza o le mie conoscenze, senza  il senso di superiorità ma accogliendo la ricchezza che la diversità dell'altro può darmi anche restando in silenzio. Far si che l'altro mi insegni e non avere la pretesa di educare od insegnare a chi non ne sà, in fondo la base di un buon lavoro pedagogico credo che sia proprio l'apprendimento-insegnamento RECIPROCO.

venerdì 7 gennaio 2011

La comunicazione non è ciò che diciamo ma ciò che gli altri capiscono!

Pet therapy

La ‘Pet Therapy’ nasce nel 1953 in America, ad opera dello psichiatra Boris Levinson. Mentre lavorava con un bambino autistico, si rese conto che il suo cane gli offriva la possibilità di proiettare le proprie sensazioni interiori, costituiva un’occasione di scambio affettivo, di gioco e rendeva più piacevole le sedute.

La presenza del cane permise allo psichiatra di comunicare con il paziente così che nel 1961 coniò il termine Pet Therapy.

Il cane come co-terapeuta permette di raggiungere obiettivi strettamente legati alle esigenze dell'utente senza pretendere di sostituirsi alle normali terapie mediche e farmacologiche.
Ciò che sta alla base della pet therapy e che consente di raggiungere numerosi obiettivi, fisici, motori, mentali e psichici è la RELAZIONE autentica proprio perchè spontanea tra il cane e l'utente.
In Italia la Pet therapy si divide in AAA, TAA e EAA.

martedì 4 gennaio 2011

"Nessuno come un cane sa apprezzare la straordinarietà della tua conversazione" Christopher Morley